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Un progetto che intreccia relazioni, cultura e cura condivisa a Roncade

In tutta Italia si moltiplicano le esperienze intergenerazionali, che vedono bambini e anziani uniti da progetti educativi, culturali o sociali. Scuole che “adottano” nonni, orti condivisi tra RSA e istituti scolastici, laboratori creativi in cui le generazioni si raccontano e si prendono per mano. Sono iniziative preziose, capaci di rispondere a un bisogno sempre più urgente: ricostruire legami tra le età della vita, riconoscendo il valore insostituibile dell’esperienza degli anziani e il potenziale straordinario dei più piccoli.

Ma c’è qualcosa di unico nel progetto “Il Cerchio della Vita”, nato a Roncade, ideato da Fondazione Città di Roncade (già distintasi per i laboratori intergenerazionali condotti con H-FARM, come “Smartphone: istruzioni per l’uso” e “We speak English”) in collaborazione con la Scuola dell’infanzia paritaria Vittoria e Nido integrato Prato Fiorito, e con il coinvolgimento della Casa di Riposo di Roncade. Una particolarità che va oltre la pur lodevole unione di intenti educativi. Qui, infatti, è la Comunità ad attivarsi e a riconoscersi protagonista, in un processo che mette al centro l’incontro tra generazioni non come evento episodico, ma come valore strutturale per la crescita, il benessere e la coesione sociale.

Il cuore simbolico del progetto è il giardino della scuola, reso recentemente più inclusivo grazie all’intervento dell’impresa locale Brugnaro, finanziato da Fondazione Città di Roncade, dove è stato creato uno spazio accessibile anche agli ospiti in carrozzina. Su quegli alberi sono stati appesi manufatti in vimini a forma di cerchio, intrecciati con cordoncini colorati realizzati dai bambini e nonni. Un gesto semplice ma potentissimo, frutto dei laboratori condotti con il supporto del mastro cestaio Sandro Milan. Una scelta che parla da sé: il cerchio è simbolo di continuità, di ciclicità della vita, di un abbraccio che tiene insieme passato, presente e futuro.

L’inaugurazione del progetto è stata molto più di una cerimonia. È stata una festa dell’anima, un momento di emozione collettiva, con famiglie, insegnanti, educatrici, volontarie, rappresentanti delle associazioni, istituzioni locali, consiglieri e dipendenti della Fondazione, don Andrea e aziende del territorio come Ge.La. (che ha realizzato gratuitamente i pannelli d’ingresso con il logo del progetto) e la BCC Pordenonese e Monsile, che ha sostenuto l’iniziativa con un contributo concreto.

Il momento più commovente? Lo scambio dei doni tra bambini e nonni, chiamati per nome uno ad uno, seguito da una canzone cantata dai piccoli, dedicata proprio a loro. “Al termine dei laboratori – ha raccontato un’insegnante – i bambini hanno chiesto spontaneamente di tornare in RSA. È il segno che qualcosa di profondo è nato.” Anche le educatrici hanno sottolineato la gioia degli anziani nel vedere arrivare i bambini: una relazione autentica, che genera affetto, fiducia e memoria condivisa.

In segno di gratitudine, i nonni della casa di riposo hanno donato ai bambini una coperta patchwork, realizzata unendo i lavoretti in lana creati nel laboratorio di maglia creativa durante l’inverno. Un gesto semplice, caldo, che accompagnerà le letture dei più piccoli, e che porta con sé il tempo, la cura e l’amore di chi l’ha realizzata.

La nostra è un’idea di comunità che abbraccia, che include, che costruisce legami duraturi”, afferma la presidente della Fondazione Città di Roncade, Simonetta Rubinato.
Il Cerchio della Vita è molto più di un progetto: è un invito a riconoscere il valore di ogni generazione e a costruire insieme una Comunità più coesa. Vedere bambini e anziani lavorare fianco a fianco, emozionarsi, cantare, è il segno di un legame che educa, cura e rigenera tutti noi. In un tempo in cui spesso ci si divide, questo progetto ci ricorda che la Comunità è una sola, e che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri.”
E aggiunge: “Rimarco come già fatto in questi  anni che Comunità è una parola strategica per il futuro di tutti. Il welfare di comunità sarà una priorità assoluta per rispondere alle necessità diverse e crescenti delle persone. Per questo serve avere il coraggio di sperimentare nuovi strumenti e modelli di innovazione sociale. ‘Il Cerchio della Vita’ è un esempio concreto di questa visione.

A rendere unico questo progetto è proprio la sua visione ampia e coraggiosa: non solo educazione, ma cultura, cittadinanza attiva, bellezza, cura degli spazi, responsabilità condivisa. Un progetto nato dentro la comunità e capace di metterla in moto a 360°, coinvolgendo diversi attori in una rete generativa che crea senso di appartenenza. Non a caso, alla giornata inaugurale, hanno partecipato tanti rappresentanti delle associazioni e delle realtà roncadesi, a testimonianza di una comunità viva, partecipe, consapevole.

Il percorso non si ferma qui: proseguirà nei prossimi mesi con nuove attività, coinvolgendo anche i nonni dei bambini, ampliando ulteriormente lo scambio e la condivisione. E proprio come un cerchio, questo progetto non ha un vero inizio né una fine: è un ciclo che si rinnova, che unisce, che ci ricorda chi siamo e cosa possiamo diventare. Insieme.

 

dott.ssa Laura (l'Aura) Bravin

dott.ssa Laura (l'Aura) Bravin